LETTERA AI FEDELI

sulla NUOVA PRASSI del RITO DELLE ESEQUIE

nella città di MONZA

 

Carissimi fedeli,

ci permettiamo di scrivervi alcune righe per essere in grado di affrontare insieme, pastori e fedeli, le stesse domande e nutrire la medesima speranza di fronte al mistero della morte, quando questa viene a visitarci in una persona a noi cara.

Desideriamo ripetere le parole colme di speranza che le donne udirono dall’Angelo il mattino di Pasqua: “È risorto, non è qui e vi precede in Galilea” (Mc 16,6-7). Sono espressioni riferite a Gesù; ma il desiderio è di ascoltarle riandando con la mente e il cuore al nostro caro che ci ha lasciato. Ecco perché vogliamo suggerirvi di “guardare in alto”, sia pure con le lacrime agli occhi, e trovare il coraggio di condividere questo momento di sofferenza con l’intera comunità parrocchiale.

A tale scopo sottoponiamo alla vostra attenzione alcune brevi riflessioni, proponendo alcuni passi da compiere insieme.

1. Noi sacerdoti del Decanato di Monza, unitamente al Consiglio pastorale decanale, intendiamo esprimere la nostra sentita vicinanza a tutti i fratelli e sorelle nella fede colpiti dalla morte di un proprio caro. Perciò invitiamo i familiari a informarne,quanto prima,il parroco o un sacerdote della parrocchia. La nostra vicinanza si potrà così esprimere in una visita a casa, in un santo rosario pregato insieme, in un ascolto discreto, in un colloquio pacato: nelle mille forme che ogni comunità cristiana saprà premurosamente inventare per lenire il dolore del distacco. Il nostro desiderio è di donare, a tutti i fratelli che soffrono, l’amore del Signore e della sua Chiesa.

2. Ora la Chiesa offre in dono - ai propri figli defunti, ai loro cari nel dolore e a tutta quanta la comunità dei credenti in Cristo - la celebrazione del funerale cristiano. Poiché è proprio l’aggettivo cristiano a fare la differenza, ecco alcune puntualizzazioni che ci sembrano importanti:

  • Vorremmo curare, con particolare attenzione, il momento veramente centrale del funerale, la santa Messa, così che venga vissuta in un vero clima di preghiera e di accoglienza di quanto Gesù, il crocifisso risorto, va facendo “per noi e per tutti in remissione dei peccati”
  • Pur conservando un suo valore, la benedizione della salma all’inizio della celebrazione funebre, nella casa del defunto, con il conseguente corteo, comporta alcune difficoltà pratiche che spesso ne eclissano il significato religioso. Da qui la scelta di anticiparla in occasione dell’incontro con il sacerdote o della visita in casa, nel giorno che precede il funerale, mentre il giorno stesso del funerale il sacerdote attenderà la salma in chiesa per il gesto liturgico di accoglienza.
  • Quanto alla celebrazione in chiesa, ci permettiamo di sottolineare la necessità di concordare precedentemente con il parroco eventuali interventi “esterni” (ad esempio, le invocazioni per la preghiera dei fedeli).
  • Il fatto poi che la santa Messa sia in sé stessa comprensiva di ogni benedizione divina (una benedizione “più grande” dell’Eucaristia è solo il… Paradiso), giustifica perfino l’assenza di ulteriori benedizioni, precedenti o successive. Da raccomandare, piuttosto, è una preghiera che accompagni i vari momenti del rito nel suo concreto svolgimento e che può essere guidata anche da un “ministro laico”.

3. Quanto vi scriviamo è previsto anche nel rituale, laddove si specifica: “Queste processioni [dalla casa alla chiesa e dalla chiesa al cimitero], specie nelle grandi città, o vanno in disuso o sono per vari motivi sconsigliate. Tenuta presente questa situazione di fatto, è bene educare e preparare i fedeli a dire essi stessi, in mancanza del sacerdote o del diacono, le orazioni e i salmi come è indicato nel rito; in caso contrario, queste due si omettano” (n. 5).

Ecco, dunque, la linea che noi sacerdoti del Decanato di Monza, insieme con il Consiglio pastorale decanale, intendiamo seguire:

-      offrire piena disponibilità ad incontrare, il più presto possibile, i parenti del defunto, allo scopo di concordare un momento di preghiera con loro prima del funerale propriamente detto;

-      preparare con cura la Celebrazione eucaristica, per dare risalto al momento centrale della liturgia funebre, costituito appunto dalla santa Messa;

-      preparare alcuni fedeli laici e conferire loro un “mandato”, perché siano essi a guidare la preghiera al cimitero, compiendo in tal modo un’autentica “opera di misericordia”.

Va da sé che, come avviene da diversi anni, il sacerdote attenderà la salma all’ingresso della chiesa, senza partecipare all’eventuale corteo dalla casa alla chiesa.

Quanto scritto – ne siamo consapevoli – modifica talune consuetudini radicate nella nostra tradizione. Gradiremmo, tuttavia, che venisse interpretato come un aiuto che ci offriamo reciprocamente per dare rilievo ai valori genuinamente cristiani di cui l’Eucaristia è, nella storia di questo mondo, la sintesi insuperabile: più che essere un nostro gesto di gratitudine per i morti, essa risulta al contrario l’azione di salvezza che Dio compie a favore loro, di noi, di tutti.

La testimonianza più preziosa che possiamo dare ai nostri fratelli in umanità è l’affermazione che noi ricordiamo i defunti perché vivono, non affinché vivano.

Il Signore ci è vicino. La Chiesa ci accompagna nei momenti del dolore per aiutarci a consegnarci a Lui, “sperando contro ogni speranza” (Rom 4,18) e rimanendo saldi nella fede “come se già vedessimo l’invisibile” (Eb 11,27).

 

 

I preti di Monza

e il Consiglio Pastorale Decanale

 

Monza: 30 marzo 2008