Presentazione dei Gruppi e Associazioni di Volontariato --> video
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DECANATO DI MONZA
Diocesi di Milano
Zona V
RELAZIONE per VISITA PASTORALE 2016
1. Il volto geografico e strutturale del decanato
· Il Decanato è formato da 24 parrocchie con più di 170.000 abitanti e si sviluppa su tre comuni: Monza – Brugherio - Villasanta.
· E’ strutturato in 5 Comunità Pastorali (4 in Monza: Nord – Est - Sud – Ovest e 1 a Brugherio) e in 5 Comunità Parrocchiali (3 in Monza: Duomo, S. Gerardo e S. Fruttuoso e 2 a Villasanta, in attesa di costituire una CP). Ad esse si aggiunge la cappellania/parrocchia dell’ospedale S. Gerardo.
Le CP mostrano fatiche diverse nel loro cammino. Alcune sembrano ancora subire questa scelta come caduta dall’alto, mentre in qualche ambito pastorale si stanno già sperimentando i frutti positivi del lavorare insieme.
Da ricordare inoltre il lavoro, non appariscente ma continuo, del Consiglio Pastorale Decanale, ricostituitosi nel gennaio 2008. In questi anni di profonde trasformazioni, che hanno visto tra l'altro il nascere delle CP e un crescente coinvolgimento dei laici nella pastorale ordinaria, il CPDec si è affermato come luogo di incontro e di conoscenza reciproca tra le diverse realtà ecclesiali, divenendo spazio di condivisione di idee e di proposte e verifiche pastorali.
· La presenza di Istituti di Vita Religiosa nel Decanato di Monza è una realtà significativa sia per presenza numerica sia per espressioni carismatiche.
a. 6 Istituti Religiosi Maschili (con 50 presenze, di cui 41 padri e 9 fratelli): Frati Minori, Carmelitani, Barnabiti, Pavoniani, Dehoniani e Seminario teologico del PIME (44 seminaristi).
b. 10 Congregazioni Femminili (20 Comunità femminili con 245 presenze):
- 2 di origine monzese (Case Madri): Suore Misericordine e Suore del Preziosissimo Sangue (con Noviziato).
- Sono inoltre presenti: Monastero Suore Adoratrici Perpetue del SS. Sacramento (con 22 monache), Madri Canossiane, Francescane Missionarie di Gesù Bambino, Suore di Carità delle Sante Bartolomea Capitano e Vincenza Gerosa, Figlie del Divino Zelo, Minime Oblate del Cuore Immacolato di Maria, Missionarie dell’Immacolata (con noviziato) e Ausiliarie Diocesane.
- Sono presenti anche tre case di riposo per suore anziane e ammalate: S. Raffaele (Misericordine), Comunità Betania (Preziosine) e Comunità S. Giuseppe (Missionarie dell’Immacolata) che, vivendo con fede la loro inattività e la loro sofferenza, sono una forte testimonianza di preghiera e segno profetico.
c. Sono anche presenti persone consacrate appartenenti ad alcuniistituti secolari: Compagnia missionaria del Sacro Cuore, Ordo Virginum, Memores Domini e Istituto secolare Cristo Re.
d. I consacrati e le consacrate sono attivi in molteplici ambiti: sociale, educativo, formativo, scolastico, spirituale, assistenziale e caritativo. Lavorano nella pastorale vocazionale, parrocchiale, sanitaria. Raggiungono nel loro servizio bambini, giovani, famiglie, poveri, ammalati, anziani, immigrati, carcerati.
e. Operano in Monza7istituti paritari cattolici, gestiti da comunità religiose: Collegio Bianconi, Istit. Padre di Francia, Istit. Maddalena di Canossa, Scuola Parrocchiale di S. Biagio, Istit. Dehon, Istit. Preziosissimo Sangue, Scuola Margherita Tonoli ai quali si aggiungono 3 Scuole dell’Infanzia: Angelo Custode, Suore Francescane e Maria Immacolata. Sono anche presenti 2 collegi cattolici: l’arcivescovile Villoresi – S Giuseppe e il collegio della Guastalla.
f. Sono gestite da istituti religiosi anche diverse strutture di accoglienza per ragazzi e mamme con bambini (Centro Mamma Rita), per minori immigrati (Fraternità Capitanio), per studenti, giovani e famiglie (Pavoniani, Barnabiti, Dehoniani, Frati Minori), per gli anziani (RSA Mater Misericordiae e Centro Diurno Suore Preziosine).
2. Il volto della società monzese
a. Anche Monza sta vivendo un tempo di significativa deindustrializzazione del suo territorio. L’eccellenza era prima costituita dagli stabilimenti Cambiaghi, Singer, Simmenthal, Pagnoni, Ausonia, Fossati & Lamperti, Pastori & Casanova, Cederna e Strebel. L’attuale crisi economica anche nella nostra città sta facendo emergere nuove povertà, con diverse famiglie in cerca di lavoro e di abitazione. A questo deve aggiungersi l’incremento del fenomeno dell’immigrazione, in una città comunque ospitale.
b. La casa, il lavoro (soprattutto per i giovani) e l’anziano rappresentano i grandi temi sociali di una città che resta comunque il capoluogo della Brianza, provincia che detiene il sesto Pil in Italia.
· Oggi Monza è città del terziario avanzato fortemente proiettata su Milano per tanti professionisti e lavoratori. Anche gli storici gruppi come l’Associazione Industriali (era la più vecchia d’Italia) e la Camera di Commercio di Monza e Brianza, hanno scelto di confluire nei rispettivi organismi di Milano, col pericolo di indebolire l’impresa e l’artigianato brianzolo.
Monza mantiene un’attrattiva lavorativa nei confronti del territorio circostante, ma subisce anche un forte pendolarismo, perché il lavoro sta altrove e il territorio è ormai inserito in una rete più vasta, quella di Milano ”città metropolitana”. Si oscilla quindi tra il desiderio di valorizzare il proprio patrimonio umano, professionale, artistico e culturale, la propria storia di cittadina orgogliosa della sua identità e il bisogno di integrarsi dentro una rete metropolitana più vasta.
· Anche Monza è segnata dal fenomeno migratorio, con un forte incremento della popolazione straniera in entrata, ma anche in uscita: giovani che trovano all’estero opportunità professionali.
· Il fenomeno della grande distribuzione tende a cancellare i negozi di quartiere e, anche per una sempre maggiore mobilità dei cittadini, Monza rischia di perdere il tessuto connettivo legato al territorio, diventando sempre più una città nella quale può aumentare il diffondersi dell’anonimato.
· Questa trasformazione incide anche sui tempi e sulle modalità delle relazioni ecclesiali, sul modello di comunità parrocchiale che non può più essere quella del passato, ma non sa ancora bene come ridefinirsi quale luogo di relazioni significative. Tuttavia permangono nel tessuto cittadino forme di aggregazione e iniziative di collaborazione che riflettono la cultura solidale tipica della Brianza. La stessa Amministrazione Pubblica realizza iniziative di carattere sociale che stimolano l’aggregazione dei cittadini, ancora visibile anche nelle realtà parrocchiali di più antica data, dove è più facile l’incontro tra le persone.
· Anche la ricca dotazione di istituti scolastici e la varietà di centri culturali cercano di contrastare l’appiattimento di una cultura omologata e consumistica.
c. In questo difficile momento economico è determinante l’apporto che sta offrendo il mondo del volontariato, di ispirazione religiosa e laica, interprete credibile di sussidiarietà. I dati reali dicono che le associazioni di Monza iscritte ai registri sono in tutto 123.
Inoltre si aggiungono:
68 organizzazioni di volontariato, di cui 1 Centro Aiuto alla Vita
7 associazioni di solidarietà familiare
40 associazioni di promozione sociale di cui 2 associazioni di solidarietà familiare.
11 associazioni senza scopo di lucro, di cui 2 associazioni di solidarietà familiare
5 cooperative sociali a Monza (in provincia sono 113)
506 enti non profit a Monza – (in provincia sono 2.982)
11.124 volontari a Monza (su 123.000 abitanti – in provincia sono 52.971)
Questi dati dimostrano quanto sia sviluppata la cultura del dono e della gratuità nella popolazione monzese. E’ un patrimonio che non può essere disperso ma, casomai, rivitalizzato e inserito con maggior fantasia, sapienza e coraggio in questo difficile e complesso cambiamento d’epoca.
d. La realtà scolastica monzese è caratterizzata da una ricca presenza di offerte educative. La diversificata e quasi completa proposta statale di istituti scolastici di ogni ordine e grado è arricchita da una significativa presenza scolastica degli Istituti religiosi. I dati dell’anno scolastico 2015-16 descrivono la seguente situazione che impegna le comunità ecclesiali ad un serio lavoro di presenza e di dialogo.
· La popolazione scolastica è composta da 23.942 unità così suddivise:
14,2% nelle scuole per l’infanzia (3.405 bambini);
26,4% nella scuola primaria (6.321 scolari);
16,5% nella scuola secondaria di primo grado (3.939 ragazzi);
42,9% nella scuola secondarie di 2° grado (10.277 studenti).
Negli ultimi quindici anni si rivela un sensibile incremento della popolazione scolastica di residenti a Monza.Infatti si passa dai 14.109 iscritti dell’anno scolastico 2001/2002, ai 15.362 iscritti del 2015/2016.
Ogni giorno entrano in città più di 8.500 studenti dalle zone circostanti.
· In merito alle scelte educative delle famiglie, il 26,4% degli allievi frequenta un istituto gestito da enti privati: le preferenze per la scelta della scuola paritaria sono maggiori nell’educazione rivolta ai bambini (65,5% nelle scuole dell’infanzia, nella primaria il 24,6%); più contenute nell’istruzione secondaria (il 22,1% in quella di primo grado, il 16,2% in quella di secondo grado).
· Gli studenti stranieri nelle scuole di Monza sono 2.607 (10,9% del totale e circa 600 nelle materne). Negli ultimi quindici anni si sono incrementati di circa 1.500 unità. In dettaglio:
da 274 a 898 iscritti stranieri nella scuola primaria;
da 121 a 419 nella secondaria di primo grado;
da 70 a 731 nella secondaria di 2° grado.
L’89,1% degli studenti stranieri sceglie la scuola pubblica, il 10,9% quella paritaria.
· A Monza è dislocata la Scuola di Medicina e Chirurgia dell’università Bicocca di Milano, con tutti i corsi di laurea che fanno riferimento a questa area didattica. Attualmente vi sono due sacerdoti incaricati della pastorale universitaria, con sede presso la parrocchia di S. Gemma.
3. Il volto della Chiesa Monzese
3A. L’ascolto educativo
a. Pastorale giovanile
La Pastorale Giovanile (PG) del Decanato di Monza è una realtà complessa e variegata. Attualmente sono impegnate diverse figure:
- 5 sacerdoti nelle CP: 4 preti a Monza (SS. Trinità d’Amore e S. Fruttuoso, Santi Quattro Evangelisti, San Francesco, Ascensione del Signore) e 1 a Brugherio (Epifania del Signore) e un diacono transeunte nella CP di San Francesco.
- Una consacrata dell’Ordo Virginum di Aquila e Priscilla all’Oratorio Frassati della CP S. Francesco)
- 1 educatore di Aquila e Priscilla presso gli oratori della CP Ascensione del Signore
- 2 ausiliarie diocesane presso la CP SS. Trinità d’Amore
- 1 Famiglia Km0 che abita in Oratorio San Rocco della CP Santi Quattro Evangelisti
- 1 Famiglia che abita presso l’oratorio della parrocchia di San Fruttuoso.
Nelle parrocchie di San Gerardo e Duomo e nella città di Villasanta manca un referente di PG e se ne occupano direttamente i parroci.
· Due i fatti che hanno segnato la PG negli ultimi anni:
- Innanzitutto un rimescolamento e la drastica diminuzione di preti a partire dal 2006.
- In secondo luogo, la nascita delle CP, a partire dal 2009, ha portato i sacerdoti impegnati in PG a privilegiare il lavoro nella CP a scapito di una progettualità cittadina.
· L’unica proposta che lo scorso anno pastorale si è fatta a livello decanale è stata la partecipazione alla GMG. Questo evento ha fatto collaborare i sacerdoti nell’organizzazione e ha unito in maniera positiva i gruppi giovanili. Da questa esperienza si può di fatto partire per una proposta giovanile che abbia un respiro più ampio rispetto alla realtà della CP.
Chi è impegnato nella PG è anche consapevole che i giovani non sono soltanto quelli che frequentano le nostre parrocchie, ma la realtà giovanile della città di Monza è molto più grande e coinvolge anche la scuola e l’università. Si sta quindi lavorando per assumere una mentalità diversa che ci renda capaci di guardare alla realtà giovanile della città e del Decanato nel suo complesso.
· Particolarmente significativa la presenza dello scoutismo (AGESCI) che risale alle origini dello scoutismo cattolico italiano. E’ attualmente attivo nella città di Monza con tre gruppi.
Da molti decenni lo scoutismo monzese fa riferimento alle comunità religiose della città (Francescani, Pime, Dehoniani, Barnabiti). Il riferimento a sacerdoti diocesani è avvenuto spesso per sintonie personali o trascorsi scout dei sacerdoti stessi. I rapporti con le parrocchie sono stati di buona vicinanza, con qualche raro momento di difficoltà.
b. La presenza nella SCUOLA
b1. Dalle statistiche presentate più sopra emerge che il servizio educativo della scuola è numericamente significativo e variegato. La scuola cattolica rappresenta una storica ricchezza della comunità monzese,con una presenza riconosciuta. Ma anche nelle scuole statali è presente un fermento che può essere costruttivamente intrecciato all’attività educativa che la Chiesa offre non solo ai credenti della città, ma a tutti i suoi abitanti.
A Monza è importante non solo l’area liceale, spesso forte come e più della stessa Milano, ma anche un robusto apparato tecnico e professionale, che consente attese medie nei tempi di accesso al mondo del lavoro, comunque più basse di altre zone della stessa Lombardia.
E’ significativa in città la presenza di personale scolastico con una formazione cristiana o non lontana dalla dimensione religiosa: anche fra le nuove leve le persone che accettano la sfida di insegnare spesso vengono da una formazione personale che si è intrecciata, in modo più o meno forte, con quella cristiana.
I docenti di IRC della città, in particolare nelle scuole superiori statali, da tempo lavorano insieme, dedicando ogni anno alcune ore alla formazione comune. per favorire scambi di esperienze didattiche, maturazione di sensibilità comuni, letture condivise delle esigenze dei giovani.
b1. Scuole dell’Infanzia paritarie
La presenza della scuola cattolica è forte e stabile nel settore della scuola per l’infanzia, spesso legata al territorio della parrocchia e frequentata da famiglie di ogni classe sociale grazie anche al contributo significativo della Amministrazione Comunale, che consente di contenere le rette in limiti ragionevoli. Le scuole dell’Infanzia Paritarie nel Comune di Monza sono 21 e nel 2015/16 hanno visto la presenza di 2300 bambini, di cui 461 non residenti. Purtroppo abbiamo qualche motivo di preoccupazione a causa dei risvolti economici.
b2. Istituti scolatici paritaridi ispirazione cristiana
· Anche la scuola primaria ha una buona presenza, e può contare su qualche aiuto pubblico, soprattutto in tema di disabilità. Salendo di grado vengono meno questi aiuti, che sostanzialmente si riducono alla dote scuola regionale: le scuole secondarie di primo grado e soprattutto quelle di secondo grado in questi anni faticano non poco.
Si evidenziano le questioni economiche perché, al di là della loro oggettiva importanza, sono quelle che impediscono la scelta da parte di molte famiglie che si vedono costrette a non considerare la offerta formativa delle nostre scuole per impossibilità di far fronte ai costi.
· Ciò porta al secondo elemento: la possibilità di una efficace presenza pastorale. Sempre più spesso ci si chiede come utilizzare la risorsa costituita da istituzioni che incontrano ogni giorno un numero considerevole di adolescenti e di giovani che ormai nessuna parrocchia intercetta in tale quantità. La collaborazione su scala locale tra clero dedicato alla pastorale giovanile e scuola, la possibilità di dedicarsi in modo specifico alla questione da parte di qualche sacerdote, lo studio di forme di collaborazione tra parrocchie e scuola dovrebbero diventare oggetto di una riflessione comune.
· Da segnalare che la parrocchia San Biagio è il principale socio dell’ECFOP, Ente Cattolico per la Formazione Professionale, che vede la presenza di circa 1000 alunni distribuiti in cinque sedi (Monza, Carate, Desio, Vimercate, Milano) e offre percorsi di formazione in diversi ambiti professionali: alimentare, estetico, amministrativo, elettrico.
c. Le società sportive legate alle parrocchie
Gli oratori monzesisono stati da sempre un punto di riferimento per chi, in città, voleva e vuole svolgere attività sportiva. Molte delle società sportive presenti sul territorio monzese, sono nate in oratorio e sono ancora legate, in modo più o meno diretto, agli oratori stessi.
Il bacino di utenza si aggira intorno ai 3.500 atleti.
Molte di queste società hanno mantenuto un legame stretto con il mondo oratoriano, mentre altre si sono rese autonome.
Si è cercato, in particolar modo in anni recenti, di organizzare un coordinamento delle società sportive oratoriane, ma tutte le varie iniziative sono andate scemando e da un paio d'anni non abbiamo avuto modo di confrontarci sul territorio.
Tra le varie società, i contatti sono limitatia conoscenza e a scambi di informazioni, ma anche questo avviene spesso solo tra alcune realtà, confinanti territorialmente.
3B. Le Comunità Educanti
a. Le celebrazioni liturgiche
Ogni comunità si impegna a rendere le celebrazioni liturgiche sempre più partecipate dai fedeli e segno visibile del volto di una Chiesa che ascolta, loda e ringrazia il suo Signore, consacrando a Lui la vita e affidandogli il futuro della società in cui vive.
E’ presente lo sforzo di animare le diverse tipologie di assemblea curando in particolare le forme celebrative che possono introdurre anche i piccoli nei segni e nei ritmi della liturgia.
Tra i punti critici rileviamo la necessità di continuare almeno in alcuni periodi dell’anno, la formazione degli operatori liturgici, approfondendo aspetti della liturgia di rito romano. Rimane anche evidente la preoccupazione per il divario tra la partecipazione dei ragazzi agli incontri della iniziazione cristiana in preparazione ai Sacramenti e la presenza, numericamente scarsa, alla celebrazione dell’Eucaristia domenicale.
Con la costituzione delle CP appare più chiara la necessità di una revisione degli orari delle SS. Messe festive e feriali.
Emerge anche l’opportunità di definire un repertorio condiviso dei canti per la liturgia nelle varie comunità del decanato, facendo tesoro di quanto è proposto a livello diocesano e nazionale.
b. Catechesi Iniziazione cristiana
La storia dell’IC nelle diverse parrocchie del Decanato è molto frastagliata. Ogni parrocchia nella sua storia ha modellato il cammino di introduzione e accompagnamento dei bambini e dei ragazzi all’incontro personale con Gesù all’interno della Comunità cristiana in modo singolare e corrispondente al volto della Chiesa su un determinato territorio. Negli anni precedenti la CP di Brugherio aveva affiancato ai percorsi tradizionali un cammino a ispirazione catecumenale che aveva gradualmente coinvolto bambini, ragazzi e famiglie. Le nuove indicazioni della Diocesi hanno stimolato ad elaborare, insieme a tutti i catechisti, un percorso comune per tutta la CP. Il percorso formativo per tutta la Diocesi e a cascata per tutte le comunità è stato di somma utilità: un grande valore aggiunto.
Le altre parrocchie, che non si erano sbilanciate nella sperimentazione, stanno tuttora passando dal catechismo tradizionale ai nuovi orientamenti di IC: in tutto il decanato è previsto l’inizio del catechismo all’età dei 7/8 anni (corrispondenti alla frequenza del secondo anno della scuola primaria), la Cresima viene per lo più amministrata all’età dei 10/11 anni (corrispondenti alla frequenza del quinto anno della scuola primaria) e in alcuni casi all’inizio del primo anno della scuola media inferiore per favorire l’inserimento nel gruppo dei preadolescenti.
· Alcuni punti critici.
- Il rapporto con i genitori. Si cerca di favorirlo con incontri nel fine settimana, ma la risposta delle famiglie è molto diversa tra le parrocchie: da una partecipazione più subita in cui partecipa un solo genitore perché “si deve” a una partecipazione di tutta la famiglia. I genitori sembrano più coinvolti nel primo anno del cammino di IC. Scarsa è generalmente la partecipazione delle famiglie e dei ragazzi alla Messa domenicale.
- Le società sportive non sempre sono rispettose degli accordi presi a livello di città sui giorni del catechismo per evitare sovrapposizioni con gli allenamenti.
- C’è una discreta mobilità dei genitori tra parrocchie vicine alla ricerca del percorso di catechesi più comodo.
· Alcuni punti di forza.
- In Decanato si è lavorato da molti anni sulla formazione teologica delle catechiste con i corsi promossi da p. Giuseppe Moretti. Per agevolare la formazione, da quest’anno pastorale proporremo alle catechiste i laboratori diocesani realizzati in loco, con l’aiuto di relatori in accordo con l’Ufficio Catechistico diocesano.
- Nelle famiglie c’è la convinzione diffusa (anche solo per tradizione) della “bontà” dei percorsi cristiani proposti dalle parrocchie. Tra le famiglie, quelle che si lasciano coinvolgere nel cammino, spesso si rivelano generose ed entusiaste.
- In collaborazione con le scuole dell’infanzia parrocchiali viene particolarmente curato l’IRC e in qualche parrocchia alcune Messe sono animate con un’attenzione specifica alle famiglie con bambini piccoli.
- All’interno del gruppo catechisti ci sono presenze qualificate per esperienza educativa e formazione personale, alcuni partecipano come formatori a livello diocesano.
c. Pastorale familiare
· La pastorale familiare in Decanato è animata da una commissione, già presente dal 1985/86,e animata da diversi sacerdoti succedutisi nel tempo. Si riunisce con cadenza mensile, per un incontro di interscambio e di verifica. Vengono veicolate sul territorio le proposte della Zona e della Diocesi e, in passato, ci si è occupati di momenti di formazione per gli operatori di pastorale familiare
· Di particolare pregio è stata negli anni la cosiddetta “Scuola di Maggio” destinata agli operatori come momento di formazione sulle tematiche di pastorale familiare. Tale iniziativa non è stata più riproposta perché, sempre nel mese di maggio, per due anni di seguito, il momento di formazione è stato proposto a livello di Zona nel centro pastorale di Seveso.
· Tra le attività che caratterizzano la pastorale familiare ricordiamo la particolare cura per la preparazione della Veglia di preghiera della famiglia in gennaio, coinvolgendo i padri carmelitani: un momento sentito, abbastanza frequentato, arricchito da un bel momento di convivialità.
· Buona è anche la collaborazione con il “Centro Orientamento Famiglia” (COF), il consultorio familiare di ispirazione cristiana, impegnato sulle tematiche afferenti le criticità matrimoniali e familiari in genere.
· In seno a questa commissione si è dato avvio al percorso di fede rivolto alle persone separate, sole, divorziate o che vivono nuove unioni, così come proposto dalla Diocesi.
· Fra i desideri, oltre l’impegno di coinvolgere maggiormente tutte le parrocchie in iniziative comuni, sussiste l’interesse a rilanciare i Gruppi Familiari: sia quelli che si radunano attorno alla Parola di Dio, sia quelli impegnati in itinerari formativi, catechetici e di animazione delle altre famiglie nelle diverse comunità.
d. Associazioni e movimenti
Nel nostro Decanato sono presenti molte Associazioni e Movimenti ecclesiali, spesso inseriti nei cammini delle CP e delle Parrocchie.
· Azione Cattolica: attiva nell’organizzazione e promozione di momenti di ascolto della Parola (Lectio Divina per adulti e Scuola della Parola per Adolescenti) e con cammini decanali per le varie fasce d’età.
· Comunione e Liberazione che, oltre ad un impegno personale e comunitario nella vita ecclesiale, è particolarmente attiva nel campo culturale.
· AGESCI è significativamente impegnata con ragazzi, adolescenti e giovani.
· Rinnovamento dello Spirito, con proposte di gruppi di preghiera.
· Movimento dei Focolari e altre realtà che sostengono la vita dei loro membri e propongono varie iniziative a tutti.
Si potrebbero attivare forme di coordinamento che ora sono vive solo in alcuni campi.
e. La Carità
e1. In quasi tutte le parrocchie si è realizzata la Caritas per la promozione dell’azione caritativa e come proposta di coordinamento di tutto ciò che la fantasia della carità ha fatto sorgere nelle nostre comunità. Più che un organismo pastorale, quale dovrebbe essere, la Caritas è vissuta come una associazione che si affianca ad altre, storicamente più radicate nel territorio, ad esempio la S. Vincenzo. In questi ultimi anni la nascita di CP ha portato ad una migliore organizzazione e a qualche perdita di ciò che si è sempre fatto.
· La programmazione dell’attività caritativa è fortemente guidata e sostenuta dalla Caritas Decanale, che ha una sua visibilità e un suo riconoscimento sul territorio. Il lavorare insieme ci ha aiutato ad affrontare problematiche impegnative nei 5 Centri di ascolto del decanato.
· Questo ha fatto nascere una Cooperativa Sociale, Novo Millennio, che è anche cooperativa della Zona Pastorale, due Associazioni ONLUS (Monza Ospitalità per l’emergenza casa, e Volontari Caritas, per la promozione del volontariato) e una Fondazione (Monza Insieme) per promuovere la cultura del lavoro femminile.
· I temi affrontati in questi anni, che hanno determinato anche la nascita di opere-segno, sono il maltrattamento della donna (Casa Jobel, accoglienza per donne maltrattate), un nido (BimbInsieme) dove sperimentare l’integrazione, Centri Diurni per giovani disabili e per giovani con problematiche psichiche.
· In particolare si è stati attenti ai processi di integrazione. “Spazio Colore” è stata una intuizione che ha generato possibilità di incontro delle donne immigrate sui temi educativi della famiglia, con una particolare attenzione al discorso religioso che, pur proponendo i valori cristiani, è aperta al dialogo con altre espressioni religiose.
· L’intero Decanato è stato attento e generoso alla proposta diocesana del Fondo Famiglia Lavoro. Si è creato un Fondo locale che ha raccolto circa 500.000 euro e ha aiutato molte famiglie creando un servizio di ricerca e di accompagnamento al lavoro stabile.
e2 L’attenzione alle famiglie in difficoltà è prioritaria nell’azione educativa della Caritas Decanale e si è concentrata su tre momenti della vita familiare.
1. La famiglia nel suo nascere e nel suo accogliere una nuova vita. Il Nido BimbInsieme è attento a sostenere i primi passi della genitorialità con particolare attenzione alla figura educativa del padre. Interessante il lavoro di ricerca sul ruolo della paternità anche in altre culture. Significativa è anche la collaborazione con il Centro Aiuto alla Vita e il Consultorio.
2. L’adolescenza. Stiamo intensificando il lavoro nei doposcuola per l’accompagnamento dei pre-adolescenti e dei processi integrativi delle seconde generazioni.
3. L’età anziana. Valorizzando l’operato di altre cooperative del territorio, abbiamo pensato di dare vita a gruppi di auto-aiuto nell’offrire ai familiari di persone anziane con problematiche patologiche la possibilità di incontrarsi, di condividere difficoltà, ridurre forti stati di tensione.
e3. L’attenzione ai senza fissa dimora. Per i senza tetto della città e della Brianza è attivo fin dal 1936 l’Asilo Notturno, oggi denominato “Centro Polifunzionale”. Nel 2015 si sono registrati 11.260 pernottamenti, sono stati erogati 30.000 pasti e 7.500 sacchetti "take away". In questi ultimi anni, la perdita del lavoro e il disfacimento di molte famiglie hanno fatto sì che anche un numero sempre crescente di nostri concittadini si siano rivolti alla struttura per chiedere ospitalità. Durante la permanenza, che ha la durata di 3 mesi, agli ospiti vengono erogati una serie di servizi alla persona (cena, doccia, cambio lenzuola settimanale, uso lavatrici, vestiario, prodotti per l’igiene personale) ma soprattutto ascolto e vicinanza per ogni necessità, in vero “spirito vincenziano”.
La struttura è di proprietà del Comune, che ne affida la gestione alla San Vincenzo di Monza.Vi sono ospitati 36 uomini adulti homeless e funziona 365 giorni l’anno con l'aiuto di 10 soci della Conferenza Asilo Notturno e 32 collaboratori esterni, che svolgono l'accoglienza degli ospiti e i servizi mensa. Una buona collaborazione si è instaurata con l’unità di strada della CRI per quanto riguarda la segnalazione dei senza tetto.
e4. La Caritas Decanale è impegnata a sostenere altre realtà operanti sul territorio, a favore di persone in grave stato di emarginazione. Collaboriamo per questa iniziativa con la S. Vincenzo, l’UNITALSI, il Centro Aiuto alla Vita e le comunità di religiosi.
Vorremmo segnalare una particolare sensibilità presente nel nostro territorio, che vede protagonisti parecchi giovani. Parliamo di Volontariato in tante associazioni, in particolare nell’ambito delle disabilità. Ci stiamo chiedendo se non è proprio da qui che si deve partire per coraggiose proposte ai giovani stessi, che aiutino a riflettere, ad aprirsi a domande di senso e anche a una ricerca di fede.
- Riteniamo, e lo chiediamo al nostro Vescovo, di considerare il volontariato giovanile quale opportunità per una pastorale giovanile, che magari esca dagli schemi tradizionali ma aiuti a dar valore alla vita proprio partendo dalle opere di misericordia.
- L’attenzione al mondo giovanile sarà il nostro impegno dei prossimi anni sollecitati anche dal crescere dei fenomeni di dipendenza e di abuso di sostanze.
- C’è la necessità di andare incontro alle seconde e terze generazioni delle famiglie di immigrati. E’ un problema grave, evidenziato anche dalla presenza nel carcere di Monza di giovanissimi immigrati con reati dovuti alla non-capacità di inserimento nel territorio.
- A ciò si affianca l’impegno di accoglienza di giovani richiedenti asilo che è particolarmente seguita con azioni di grande generosità.
f. Maggior attenzione agli eventi della vita: tra il nascere e il morire.
f1. Catechisti battesimali.
In varie parrocchie e CP è viva l’attenzione per l’accompagnamento dei genitori che chiedono il Battesimo per i loro figli. Seguendo il cammino proposto dalla Diocesi, si vivono momenti di incontro e di riflessione con ogni famiglia da parte del sacerdote e dei catechisti (laici e religiose) e un incontro comunitario in preparazione alla celebrazione del sacramento.
Alcune parrocchie hanno da poco incominciato questo percorso, altre lo stanno consolidando.
Non è molto presente la proposta di cammini per i genitori nel triennio successivo il Battesimo e per genitori e bambini negli ultimi anni della Scuola dell’Infanzia.
Stiamo avviando un luogo di confronto e di cura della formazione dei catechisti battesimali a livello decanale.
f2. Pastorale Sanitaria
Nel nostro decanato sono molte le Case di Cura, realtà in cui la malattia e la sofferenza sono di casa: l’ospedale San Gerardo, la Clinica Zucchi, il Policlinico, l’Hospice Santa Maria delle Grazie e quello di SLAncio, anche per i malati di SLA. A queste è necessario però accostare le Residenze Sanitarie Assistenziali dove vivono moltissimi dei nostri anziani.
Nel 2016 è stata istituita la Commissione decanale di Pastorale Sanitaria. Uno dei suoi primi impegni è stato quello di attuare una ricognizione della realtà, nell’intento di colmare eventuali lacune e di non lasciare solo nessun ammalato né i suoi familiari, garantendo una adeguata assistenza spirituale.
· Nell’Ospedale S. Gerardo e nella Clinica Zucchi vi è una presenza costante di cappellani, mentre al Policlinico attualmente viene celebrata una S. Messa il sabato pomeriggio.
· Nell’Hospice Santa Maria delle Grazie,nella RSA S. Pietro e all’Hospice SLAncio operano dei religiosi come cappellani.
· Nella RSA S. Andrea viene celebrata una S. Messa il sabato pomeriggio da don Emilio Caprotti, sacerdote 94enne residente nella CP Ascensione, il quale svolge anche alcune funzioni di cappellano (visita ai degenti e intervento su chiamata per l’Unzione degli Infermi).
· Più variegata è la realtà delle altre Residenze Sanitarie per Anziani, nei confronti delle quali occorre ripensare una presenza di assistenza spirituale, attualmente offerta in modo precario. Le varie presenze di assistenza religiosa ed umana richiederebbero anche un miglior coordinamento, in particolare per quanto riguarda le Associazioni di Volontariato (Avo, Abio, Unitalsi, Oftal).
· Talvolta la comunità parrocchiale è assente da questi luoghi di sofferenza, col pericolo di precludersi la possibilità educativa dell’incontro, soprattutto per ragazzi e giovani, con il mistero della sofferenza.
- In diverse parrocchie, si attua in modo continuativo la visita ai malati, offrendo loro anche l’Eucarestia con i ministri straordinari della Comunione.
- Ulteriori obiettivi della Commissione saranno innanzitutto quello di promuovere un più continuativo coinvolgimento delle comunità nei luoghi di sofferenza e di migliorare la comunicazione tra cappellani, sacerdoti e ministri straordinari della Comunione, per segnalare più tempestivamente, nel rispetto della privacy, il desiderio dei pazienti di una adeguata assistenza spirituale, una volta dimessi dall’Ospedale.
f3. La presenza del carcere cittadino.
La Casa Circondariale di Monza, ospita circa 600 detenuti, per lo più in attesa di giudizio, e circa 400 Agenti di Polizia Penitenziaria. L’Amministrazione Comunale ritiene questo luogo come un vero quartiere della città. Ci sono persone detenute per reati comuni in 11 sezioni; i protetti in una sezione, i collaboratori di giustizia in un’altra e una unità di osservazione psichiatrica.
· L’azione pastorale dei cappellani trova nell’Eucaristia domenicale il suo centro e il suo punto di riferimento. Quasi 200 persone partecipano alle varie celebrazioni, anche se c’è un’alta presenza di detenuti di religione musulmana. Sorprende l’attenzione nel seguire la lettura del Vangelo domenicale. In tutte le sezioni c’è un’ora di catechesi svolta dai volontari. Si registra in questo anno, in cui le celle sono state aperte per più della metà, un calo di frequenze; c’è molta più distrazione e disimpegno. Paradossalmente si può dire che più si sta meglio, meno ci si impegna. Anche la partecipazione scolastica e qualche altra proposta segnano un calo numerico. C’è molto ozio e si perde molto tempo!
· Si fa molta fatica a far vivere il Sacramento della Riconciliazione; sia perché si cerca di rifiutare una risposta immediata a tale richiesta, perché si acquisti maggiore consapevolezza del sacramento stesso, sia perché occorre fare qualche “lavoro di rimessa in piedi” della persona (molte persone detenute sono tossicodipendenti). La presenza dei cappellani si esprime in particolare nei colloqui e negli incontri, attuati nelle diverse sezioni.
· Molto preziosa è la collaborazione di due religiose. Importantissima la presenza dei volontari dell’Associazione Carcere Aperto, nata venti anni fa, aperta a tutti e di ispirazione cristiana.
· E’ pure significativa l’apertura al territorio: graditissima è stata la visita dei parroci del decanato, che avrà un seguito. Si sta pensando ad un percorso di catechesi per giovani del decanato, che vogliono verificarsi nella fede, confrontandosi con coetanei detenuti per raccontarsi i diversi cammini di fede.
f4. Ministri al Sepolcro. Questo gruppo si è costruito in città dal 2008. E’ formato da una ventina di fedeli laici ai quali è stato conferito un mandato, rinnovato ogni anno, perché guidino la preghiera al cimitero,accompagnando la salma giunta dopo la liturgia funebre nelle diverse parrocchie, compiendo in tal modo un’autentica opera di misericordia.
g. Formazione adulti
g1 Nella vita delle CP e delle Parrocchie sono molteplici le proposte per gli adulti. Le mete che ci proponiamo sono la crescita nella fede e l’incremento di relazioni buone.
- I cammini con i genitori dell’Iniziazione Cristiana e del post-Battesimo
- La proposta dei Gruppi di Ascolto
- I cammini di ascolto, studio e preghiera sulla Parola di Dio
- I percorsi di catechesi per adulti vissuti in vari modi e cadenze diverse nelle parrocchie.
A questi vanno aggiunte le proposte culturali e sociali. Si cerca inoltre di far crescere la consapevolezza che ogni cristiano è chiamato a essere evangelizzatore, sollecitando all’incontro informale con altri adulti, con cui riflettere sui grandi valori della vita.
g2 Movimento Terza Età. Come è noto il fine del Movimento è di promuovere la formazione religiosa, spirituale,culturale e sociale degli anziani. Il nostro Decanato conta 11 gruppi parrocchiali aderenti al Movimento Diocesano. Gli iscritti sono 212 ma i partecipanti agli incontri, che si tengono settimanalmente in quasi tutti i gruppi, sono almeno il doppio.
h. Coinvolgimento dei cattolici stranieri
La presenza di un buon numero di cattolici provenienti da altri Paesi (America Latina, Filippine e Sri Lanka) ci interpella. Non è facile entrare in contatto con loro.
Per favorire questo rapporto stiamo vivendo alcune attenzioni:
- la presenza di un sacerdote filippino e di uno dello Sri Lanka favoriscono l’accompagnamento di questi cattolici;
- la celebrazione mensile di una Eucaristia in spagnolo a San Carlo di Monza e a Villasanta cerca di offrire percorsi di inserimento nella vita delle comunità;
- i cammini di Iniziazione Cristiana, gli incontri con i genitori e la vita degli Oratori, durante l’anno e con le attività estive, sono una via preziosa per un coinvolgimento di ragazzi e famiglie.
i. Missione
La Pastorale missionaria nel Decanato di Monza porta con sé una storia ricca e gloriosa. In passato le vocazioni sacerdotali e religiose missionarie erano numerose. I gruppi missionari si sono formati e consolidati lungo gli anni, nel sostegno economico e spirituale dei missionari nativi, o legati alle parrocchie.
· Attualmente la pastorale missionaria sembra passare un periodo di crisi: i gruppi missionari non sono riusciti a coinvolgere forze giovani, e seppur nelle loro attività (per lo più orientate al recupero di fondi) siano lodevoli per gli sforzi compiuti e per la sincera solidarietà verso i missionari all’estero, si sentono in difficoltà e bisognosi di aiuto, necessitano di una riforma, specialmente nella loro essenza e nel modo di comunicare la passione missionaria verso tutti.
· Dal 2013 al 2015 gli animatori missionari delle varie parrocchie (10-15 persone) si sono trovati mensilmente, presso la Comunità delle Missionarie dell’Immacolata (PIME), per mementi formativi e per l’organizzazione di eventi missionari a livello decanale: veglie di preghiera per l’ottobre missionario e per i Missionari martiri, testimonianze, musical, ecc…
· Il territorio è ricco di associazioni a scopo missionario, ONLUS e Gruppi di volontariato, a sostegno delle missioni. Nella CP Quattro Evangelisti e in San Fruttuoso l’Operazione Mato Grosso, e l’Associazione Sguardi hanno una valenza di animazione missionaria, anche se non siamo riusciti a coinvolgerli nelle attività decanali.
· Sarebbe auspicabile non moltiplicare servizi e incontri, ma potenziare la comunicazione e il coinvolgimento, intercettando le presenze missionarie, le associazioni e le comunità che si occupano del sostegno alle chiese sorelle di altri Paesi e facendo da ponte con gli uffici diocesani.
3C. Nella società con lo stile del servizio
In Decanato sono presenti, a livello ecclesiale, 3 associazioni o gruppi di lavoro che svolgono un servizio pastorale nell’ottica di lasciarsi interrogare, riflettere insieme e proporre motivi di dialogo e di confronto sulla realtà socio-politica monzese.
Con la nascita dei Centri Civici in città diventa urgente attivarsi per costruire rapporti significativi e di dialogo costante tra essi e le diverse comunità parrocchiali e pastorali presenti, evitando ogni forma di ignoranza reciproca e mancanza di collaborazione.
E’ inoltre opportuno creare alleanze informative e formative tra le associazioni di volontariato di ispirazione cristiana e quelle laiche per meglio leggere insieme le situazioni di bisogno personale e sociale e collaborare più efficacemente per dare risposte adeguate.
a. Il Granis. Seguendo le indicazioni diocesane del 2012 si è costituito in Decanato un gruppo denominato GRANIS (GRuppo di Animazione Sociale). E’ composto da persone animate da spirito di servizio civile ed ecclesiale, convinte che la forza della testimonianza cristiana nella società e nell’azione politica nasca da una costante comunione col Signore Gesù, nel segno della stima reciproca, pur militando in schieramenti diversi. Il metodo di lavoro consiste nell’incontrare esperti impegnati nei diversi ambiti del servizio sociale e politico per confrontarsi con loro.
b. L’Equipe “mondo economia”– Questo gruppo è sorto nell’ottobre 2013, partendo dalla costatazione che l'economia è uno degli aspetti della convivenza che oggi, più di ieri, chiede un’attenzione da parte della comunità cristiana. Meglio ancora, alla comunità cristiana interessano le persone dentro il mondo dell’economia. La riflessione della Chiesa su questi temi da anni si è rafforzata, ma necessita di una continua riflessione in dialogo con tutti, e soprattutto di essere fatta conoscere ed entrare nei meccanismi della vita quotidiana. Il tentativo fatto in questi anni e in questo campo di missionarietà è però fermo e necessita di un ripensamento per oggettiva mancanza di persone che possano effettivamente lavorare con tempo e competenza.
c. L’ UCID (Unione Cristiana Industriali e Dirigenti) - La Sezione di Monza e Brianza è nata nel1973, si propone di porre al servizio della comunità l’esperienza, la conoscenza e la riflessione che derivano dalle attività imprenditoriali e professionali dei suoi soci per testimoniare i valori cristiani nell’agire quotidiano, ribadendo come valori fondamentali quelli della Dottrina Sociale della Chiesa. Oltre agli incontri conviviali a cadenza mensile, i soci si riuniscono nella Casa del Decanato per incontri coordinati dall'Arciprete e da diversi soci per riflettere sui temi inerenti la dottrina sociale e per cercare di attuare una reale e cosciente corresponsabilità nel servizio per lo sviluppo del bene comune, svolgendo la propria professione nel costante riferimento al Vangelo e alla DSC.
3D. Animazione culturale e comunicazione
a. Ecumenismo e dialogo interreligioso
Nella nostra realtà si cammina ecumenicamente in prevalenza con la Chiesa ortodossa. Nella città di Monza la chiesa San Gregorio è affidata alla Chiesa Ortodossa Rumena. Vi è la presenza stabile di un parroco, Padre Pompiliu Nacu, che vi abita con la sua famiglia. Padre Pompiliu partecipa con interesse e con spirito di collaborazione alla vita della nostra Chiesa: vi sono rapporti fraterni positivi, con inviti da entrambe le Chiese a partecipare a momenti significativi per ciascuno. Non abbiamo un dialogo ugualmente fecondo con altri cristiani, come ad esempio le Chiese evangeliche.
- Momento centrale è la settimana di preghiera per l’Unità dei cristiani. E’ partecipata, anche se in modo non sempre intenso da tutte le nostre parrocchie.
- Non riusciamo a coinvolgere abitualmente le Chiese evangeliche, anche perché non sappiamo in che misura siano presenti nel nostro Decanato.
· Rimane la questione dicome aprire all’ecumenismo le nostre parrocchie nella loro vita ordinaria. Quali percorsi di formazione è bene favorire?In questi anni le nostre parrocchie, assorbite da numerose e non facili questioni pastorali di organizzazione interna, non hanno avuto tempo o possibilità di curare e coltivare un sano dialogo ecumenico, in comunione con la Diocesi.
- Forse è bene riproporre il gruppo ecumenico, che è sempre stato attivo ed in sintonia con le nostre parrocchie (anche se forse non con tutte). Di fatto, in questo ultimo periodo, è rimasto «come uno spazio vuoto» col rischio che venga riempito da realtà spirituali cattoliche legittime ed attive... ma forse, con una sensibilità ecumenica poco aperta...
- Un’opportunità per riallacciare il dialogo con gli evangelici presenti tra noi, potrebbe essere l’ipotesi di gemellaggio con Eisenach,in occasione del Centenario della Riforma.
· Il dialogo con le altre religioni viene vissuto soprattutto con l’Islam, presenza qualificata nel nostro decanato.
- Ci sono stati momenti ufficiali di incontro in alcune feste significative del mondo islamico o in occasione del Natale: in generale, riusciti bene. Viene coltivato un buon rapporto feriale con alcune famiglie musulmane, che incontriamo nei nostri oratori, quando portano i loro figli.
- Un altro momento di conoscenza e di incontro avviene nell’ambito della San Vincenzo e della Caritas cui si rivolgono per trovare qualche aiuto o per imparare la lingua italiana.
- Il clima diffuso di sospetto nei confronti della religione islamica genera in loro chiusura e irrigidimenti: ciò rischia di avvelenare i nostri rapporti cordiali e rispettosi. I nostri bambini, che non vedono differenze ed accolgono volentieri i loro coetanei di altre religioni, ci insegnano come agire per crescere in una reale fraternità.
- Con altre presenze religiose (come buddismo, induismo...) non ci sono particolari relazioni istituzionali stabili.
· Prudenza, equilibrio e un sano discernimento-distacco esercitiamo nei confronti di presenze “religiose ambigue”, che non sono riconosciute dal Consiglio Ecumenico della Chiese, in Milano. Non ci sembrano presenze numericamente rilevanti o particolarmente influenti sul nostro territorio.
b. Centri Culturali e istituzioni formative
Vi è un indubbio fermento culturale che attraversa da sempre il Decanato di Monza, le sue Comunità parrocchiali, i gruppi culturali, le associazioni e i movimenti. E’ un fermento che ha una radice antica, che si è moltiplicato ulteriormente negli anni delle grandi lotte sociali, ha vissuto pagine importanti di resistenza alle tensioni autoritarie e assolutistiche. E’ un fermento che ha conosciuto molte forme, dall’impegno politico, al giornalismo, alla promozione di attività culturali, alla formazione vera e propria. I luoghi dove questa bellezza si esercita è nei Centri culturali, nei musei, nei teatri, nelle sale d’incontro, nelle singole parrocchie. E’ una bellezza che prende la forma di lezioni a livello universitario, di incontri – confronto tra Chiesa e società, tra laici e credenti, anche di diversi fedi, per discutere insieme su come costruire esempi di vita buona, in questo tempo complesso e che spesso tende più ad evidenziare ciò che divide, rispetto a ciò che unisce.
Gli ambiti nei quali si esprimono tale impegno e variegata collaborazione sono:
· La Scuola di Teologia per Laici, che da 25 anni porta avanti tematiche sia di ordine teoretico che più specificamente legate al vissuto quotidiano e che toccano non solo l’ordine del pensiero ma anche degli affetti. Il logos nella sua affezione per la libertà e la sua passione per la verità.
· Il Centro Culturale Talamoni, che da 34 anni è presente in Città con proposte libere e rivolte a tutti ed animate dalla testimonianza di persone alla ricerca sincera della verità.
· L’esperienza secolare della ProCultura presso il Centro del Carrobiolo dei padri Barnabiti, dove da un decennio ha preso vita una rassegna di filosofia e dove con il Cineforum vengono create occasioni di confronto e dibattito sui grandi temi dell’uomo, della fede, della verità.
· Da alcuni anni è attivo il Centro Culturale Benedetto XVI che propone attività di sviluppo culturale ispirate al Magistero, al pensiero scientifico e al carisma educativo di papa Benedetto.
· L’esperienza dei padri dehoniani, da sempre propositori di cultura biblica; gli incontri di fede e di cultura biblica presso il Convento francescano delle Grazie Vecchie e il Convento Santuario del Carmelo;
· Il Museo del Duomo con la particolare attrattiva culturale e religiosa della rinnovata Cappella degli Zavattari.
· L’attività della Compagnie Teatrali parrocchiali, numerose nel nostro decanato, sempre più impegnate in attività non solo di mero intrattenimento, ma di vera e propria animazione culturale, spesso a completamento della pastorale giovanile ordinaria.
· E’ opportuno creare rapporti più stretti ed operativi con le diverse associazioni culturali “laiche” ed istituzioni pubbliche presenti sul territorio per meglio coordinare le molteplici proposte offerte ai cittadini, risparmiando così energie, fondi economici e superare una visione puramente competitiva
c. Il settimanale Il Cittadino
Nonostante il momento difficile che la stampa sta attraversando, il decanato ritiene opportuno continuare a sostenere l’attività dello storico settimanale cattolico “Il Cittadino” (giornale cartaceo + web), come strumento di comunicazione che può arrivare a tutti e raccontare tutta la vita, civile ed ecclesiale, dell’ambiente sociale in cui Monza e la Brianza si trovano a costruire la loro storia.
Purtroppo, per vari motivi (compreso quello delle difficoltà economiche peraltro comune a tutti i giornali e strumenti d’informazione) anche il nostro settimanale fa fatica a sostenere e compiere la sua funzione originaria. Due anni fa è stata chiusa la TV Telemonzabrianza che trasmetteva in Brianza in regime di quasi monopolio (ancora oggi sul territorio non esiste un’emittente locale). Anche la redazione è stata completamente rinnovata e contenuta nelle sue unità, per ridurre il deficit economico.
Vorremmo tentare, sempre accompagnati anche dalla fraterna “sorveglianza” dell’Ufficio Comunicazioni Sociali della Curia, di continuare questo servizio sociale e culturale per essere voce chiamata a dare anima alla verità, dare voce a chi spesso non ha voce, rendendo protagonisti anche coloro che sono ai margini, coinvolgendo la comunità cristiana e i giovani in particolare e rendere anche questo strumento luogo di confronto e di dialogo.
3E. La riforma del Clero
a. Il punto di riferimento del clero decanale rimane la Regola di vita elaborata nell’anno 2009/10. La costituzione delle CP ha interrogato il clero circa l’opportunità di mantenere il decanato come riferimento della fraternità presbiterale. Il clero della comunità di Brugherio ha di fatto deciso di partecipare solo ai momenti di formazione spirituale, mentre i sacerdoti delle altre parrocchie e comunità ribadiscono la scelta di considerare il decanato come il luogo della formazione permanente e del discernimento pastorale dei presbiteri. Gli incontri mensili sono frequentati da un numero discreto di sacerdoti, mentre si vorrebbe dare maggiore spazio a momenti di comunicazione nella fede. Emerge qualche fatica nel coltivare scelte pastorali di respiro cittadino e decanale. Rimane per ora disattesa la scelta che ad ogni sacerdote venga attribuito un incarico decanale, mentre andrebbero accolti con maggiore disponibilità gli inviti a momenti di fraternità.
b. Siamo grati al Signore per la presenza di alcuni diaconi nel nostro decanato. A noi preti è richiesta una maggiore attenzione nei loro confronti per un più esplicito loro coinvolgimento nella pastorale decanale.
c. E’ urgente progettare e creare concrete collaborazioni con i confratelli religiosi e i diversi istituti religiosi femminili presenti in modo significativo e storicamente determinate in Decanato. In particolare ringraziamo le 6 comunità religiose maschili (di cui 5 con la Chiesa aperta ai fedeli) presenti in Monza: domandiamo e offriamo loro una più intensa collaborazione pastorale e fraternità spirituale.
· Gli aspetti positivi,che gli stessi istituti evidenziano, si possono così riassumere: chiaro progetto apostolico comunitario, buona intesa e collaborazione con la chiesa locale, significativa presenza nell’ambito scolastico e di animazione pastorale e caritativa.
· Le problematiche che emergono riguardano l’invecchiamento (123 suore non sono in attività) e la penuria vocazionale che non consentono il ricambio del personale e obbligano al ripensamento del progetto comunitario.
· Il futuro chiede alcune attenzioni:
- Prendere a cuore ed attivare percorsi di sensibilizzazione e di accompagnamento vocazionale non solo per le giovani generazioni
- Riconfermarsi nel valore testimoniale della vita religiosa anche nel contesto attuale segnato dalla precarietà;
- Un attento discernimento sul momento storico in atto, che permetta di capire come stare sul territorio, anche con modalità nuove.
- Un rinnovato e costante confronto con la Chiesa locale per rafforzare la collaborazione rapportata ai bisogni e alle forze disponibili;
- Valorizzare il carisma degli Istituti accentuando la valenza della testimonianza comunitaria e individuale, mantenendo la spinta apostolica adeguata alle reali possibilità;
· Si evidenziano poi 2 interrogativi:
- Come progettare il futuro che si presenta all’insegna della precarietà per molteplici aspetti (età, salute, vocazioni, secolarizzazione…)?
- Come assicurare un futuro alle istituzioni scolastiche(dalla scuola dell’infanzia alle superiori), gestite da religiosi, che da molti decenni hanno segnato la loro presenza sul territorio, affrontando le crescenti difficoltà economiche e gestionali?
Conclusione
· Ci pare di essere un Decanato con molte potenzialità e ricchezze nel campo caritativo, di volontariato, culturale ed educativo, cercando di attuare la logica della pluriformità nell’unità.
In questo cammino dobbiamo crescere nella ricerca di una vera comunione, capace di superare i piccoli interessi di gruppi e il desiderio di apparire più efficaci ed apprezzati. Potremmo dire che cerchiamo di andare verso un’unità autentica, ma siamo ancora un po’ preda di una “plurifomità un po’ gelosa” e spesso ancorata in modo eccessivo alla tradizione.
· Consapevoli che tutti i battezzati sono chiamati ad essere testimoni nel mondo di Cristo Risorto e corresponsabili nella edificazione della Chiesa, diventa urgente favorire una presenza sempre più attiva di tutti i fedeli laici nella vita e nella conduzione delle nostre comunità. A tal fine sono significative sia le sollecitazioni del nostro Vescovo, che ha indicato nuove figure giuridiche che possono dare continuità e stabilità alla presenza dei laici nelle strutture pastorali, sia le concrete applicazioni a livello locale, aperte a prefigurare nuove forme di ministerialità laicale che valorizzino i numerosi e differenti carismi di cui ogni comunità cristiana è ricca.
· Anche la nuova stagione delle Comunità pastorali sembra offrire qualche impulso originale alla presenza dei laici nella Chiesa, facendo sempre memoria che il compatrono San Gerardo era un laico. Monza ha sempre offerto a tanti laici di potersi alimentare della spiritualità e dello stile di vita cristiana. Accanto a tanti aspetti positivi che emergono da tale molteplicità di proposte può essere sorta anche una specie di clericalismo che fa fatica ad essere superato. Ci auguriamo che anche la struttura delle CP e la gestione affidata ai laici di diversi oratori, scuole cattoliche e altri ambiti di servizio possano aiutarci in questa prospettiva.
Contemplando questa immagine di Chiesa e di città, di storia e di tradizione ecclesiale, di uomini e donne che cercano di essere protagonisti e umili lavoratori della vigna del Signore, in questo tempo di cambiamento, ci prepariamo a vivere la Visita Pastorale con un triplice atteggiamento.
Innanzitutto diciamo grazie a Dio per i suoi abbondanti doni di grazia che hanno animato ed animano la mente ed i cuori dei suoi figli che abitano questa porzione di Chiesa ambrosiana.
Esprimiamo viva riconoscenza verso chi ha seminato il grano buono del Vangelo in questa terra ricca di tradizioni, vocazioni, esperienze di volontariato e di particolare attenzione alla dignità delle persone, educate a custodire e tramandare tanti segni di cultura evangelica e di vita ecclesiale.
Emerge in noi una condivisa coscienza e responsabilità nel compito che ci è affidato di non disperdere ciò che abbiamo ricevuto in dono, ma di coltivarlo con fantasia, sapienza, generosa carità e con rinnovata ospitalità ai nostri figli perché anch’essi possano gustare la gioia della gratitudine, della riconoscenza e della responsabilità di saper bene accogliere i doni di Dio e dei fratelli e sapientemente trafficarli nell’oggi di Dio e della storia.
scarica il documento in pdf --> Relazione Visita Pastorale dell'Arcivescovo - Ottobre 2016.pdf
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CARD. ANGELO SCOLA
Testimonianza è conoscenza della verità
Visita pastorale decanato di Monza | Teatro Manzoni | 29 novembre 2016
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Lettera del Vicario Generale---> file PDF